L’arte di re-inquadrare
DOI:
https://doi.org/10.15845/voices.v1i1.769Parole chiave:
Community Music Therapy, Uganda, Cultural Sensitivity, ContextAbstract
In questi giorni a Kasese, condividendo le nostre esperienze nel progetto Gulu con Bethan (cosa aiutiamo veramente? Fino a che punto possiamo davvero arrivare considerando tutte le barriere culturali? Possiamo chiamarla musicoterapia?), e in generale in Uganda (cosa succede quando tornerò in Spagna? Cosa ho cambiato e come? Da dove vengo per digerire questo? Comincio a notare come appena due settimane dopo aver lasciato Gulu, inizio a costruire il mio discorso, a plasmare l'accumulo di esperienze, a dar forma a tutti i contenuti dalla distanza. E mi rendo conto che il mio modo di creare quel discorso influenza l'esperienza stessa! Come formalizzo, come DICO ciò che ho vissuto, fa che i sedimenti dell’esperienza si sistemino in un modo o nell'altro. In breve, il tanto parlare dell'importanza del contenuto non si rivela così facile da separare dalla FORMA! Essi camminano a stretto contatto, l’uno influenzando l'altra, l'altra segnando i passi dell’uno ... a seconda di come lo dici, lo ricorderai ... a seconda di come lo ricordi, SARÀ. Quindi, la potenza del discorso per integrare. Ma anche per CONTROLLARE. Ana Navarro Wagner. Estratto dalle note di campo
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