"Tutto è cambiato quando ho avuto quei tamburi": Una riflessione su un caso collaborativo
DOI:
https://doi.org/10.15845/voices.v18i1.957Parole chiave:
child welfare, collaboration, music therapy, family violence, resourcesAbstract
I bambini che accompagnano le loro famiglie attraverso il Family Violence System, sono spesso descritti attraverso la lente del rischio. Al contrario, sono minime le narrazioni che descrivono l'interazione fra le loro risorse esistenti e la possibilità di essere arricchite attraverso l’impegno di programmi terapeutici. Questo articolo descrive la riflessione di un caso collaborativo che esplora esperienze e azioni di una musicoterapista (Rebecca Fairchild) e un ragazzo di 11 anni ("Malakai Mraz"), il quale accompagnava sua madre attraverso il Family Violence System. Dopo un coinvolgimento a breve termine nella musicoterapia, Malakai ha espresso il come ricevere una drum machine e imparare a suonare la batteria gli abbia cambiato la vita. Abbiamo deciso di collaborare insieme alla stesura di questo articolo per descrivere le nostre riflessioni personali sulle varie fasi del nostro impegno in musicoterapia, nonché per esplorare la varietà di condizioni e risorse che hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo di Malakai. Condivideremo anche una canzone che è stata scritta sia come parte del processo collaborativo, sia come modo di fornire una rappresentazione delle nostre esperienze, basate sulle arti e centrate sul bambino. Verranno inoltre discusse considerazioni critiche su questo modo di scrivere collaborativamente con partecipanti ai programmi terapeutici.(Traduzione di Claudio Cominardi).
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